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…Come se quell’istante fosse l’ultimo della tua vita

Eventi | Événements

Performance per voce e violoncello verso l’accampamento del Col Citrin

È sempre sorprendente l’attualità degli antichi. Ogni volta che ascolto brani, poesie e letture di filosofi e autori del passato vengo colta da una vertigine: com’è possibile che i loro pensieri siano così vicini ai miei? Come possono solcare indenni questi 2000 anni che ci separano?

L’evento organizzato dalla SFOM in una produzione originale per MAIA è andato in questa direzione: attualizzare i pensieri a Marco Aurelio e di Ottaviano Augusto e poterli ascoltare nei pressi di una postazione romana militare di alta quota, fra le stesse montagne in cui i soldati dell’esercito romano hanno vissuto per mesi, più di 2000 anni fa. 

Il 12 luglio è un giorno sereno d’estate, nuvole sparse solcano il cielo e l’aria è fresca, man mano che aumenta la quota. Si sale verso il selvaggio vallone di Vertosan fiduciosi che la strada sterrata ci porterà nel luogo prescelto e che l’auto non ci faccia brutti scherzi, finendo in qualche buco tra quelli disseminati lungo la poderale.

E poi ecco il parcheggio dell’incantevole ristorante e affittacamere “Lo grand Baou” e il sentiero che ci porta verso il luogo prescelto: un anfiteatro naturale, accanto al torrente, fra alti versanti delle montagne che fanno da sentinella. 

Un piccolo gazebo per avere un po’ di ombra, un minimo impianto audio perché la voce arrivi forte e chiara, una sedia per il violoncellista. Qui si è radunato il pubblico e qui ci hanno raggiunto Giuseppe Cederna e Michele Mammoliti per immergerci in una poesia fatta di letture e musica. 

“Accogli senza arroganza, lascia con facilità, bada unicamente a quello che fai nel momento presente (…), serbati sincero, se puoi, onesto, dignitoso, propenso alla giustizia, pacifico, benefico, tenace nell’adempiere i tuoi doveri”. Così ci legge Giuseppe Cederna, con la sua voce avvolgente, accompagnato dal violoncello. Siamo con i piedi e i corpi immersi nella storia, ma anche nella magnificenza di una natura aspra e bellissima.

Fin quassù, verso il Col Citrin – uno dei siti archeologici d’alta quota più misteriosi della Valle d’Aosta – sono saliti soldati, mercanti, messaggeri, avamposti di eserciti. E oggi ci siamo noi, incantati, ad ascoltare altre storie, lontane nel tempo ma incredibilmente vicine nello spazio. È la meraviglia di vedere riapparire, grazie alle parole e alla musica, le vite e i pensieri di uomini straordinari.

Terminata la performance, una ricercatrice della Soprintendenza ha guidato i presenti verso la postazione militare del Col Citrin, un’ulteriore ora di cammino, per vedere con occhi nuovi le tracce di un passato che l’ascolto aveva appena risvegliato.

Ma la vera meraviglia è stata condividere con gli artisti l’emozione di avvicinarsi alla bellezza, ai pensieri elevati e all’idea del “giusto”. In questo luogo senza un palco vero e proprio e senza sedute, ci siamo sentiti tutti sollevati in alto, ben oltre la quota raggiunta. Accomunati dal sole, dal vento, dalla musica e dalle parole, e abbracciati da queste montagne testimoni silenziose, ci siamo emozionati tutti – attori, musicisti e pubblico – in una performance collettiva che ha aperto i cuori al sentire.

Operazione cofinanziata dall’Unione Europea, Fondo Europeo di Sviluppo Regionale, dallo Stato italiano, Fondo di Rotazione, dalla Confederazione elvetica e dai Cantoni nell’ambito del Programma di Cooperazione Interreg VI-A Italia-Svizzera.